venerdì 31 luglio 2020

Dove ci siamo arenati?

Speriamo che tu non sia deluso dal fatto che, arrivati al 3° articolo di questo blog, ancora non ci sia stata una pioggia di insulti a questo o a quell'altro.
Oppure una violenta levata di scudi con improperi nei confronti del governo, delle lobby, delle multinazionali, degli speculatori, ricchi, nullafacenti, zingari, extracomunitari e chi più ne ha più ne metta.

Arriverà quel momento, arriverà......

Secondo noi si sta perdendo il senso dell'orientamento. Ovvero in questa società la percentuale di chi sta perdendo il senso dell'orientamento sta aumentando.
Non è una dimanina delle altrui idee.
Qui non discutiamo di idee: NON CE NE SONO DI IDEE. Scusate. Non se ne vedono.
Ce ne fossero, allora potremmo discuetere. Io sono d'accordo, non sono d'accordo, tu sei d'accordo? 
Chissà se quello lì è d'accordo....
Ma d'accordo su cosa?

Insomma, il vero problema qui è capire dove ci siamo arenati.
Chi?
Noi tutti, nessuno escluso.
Noi gruppo di esseri umani che attualmente, tutti insieme nessuno escluso, rappresentiamo questa cosa chiamata UMANITA'.
O civiltà umana.
Anche se chiamare qualcosa che è sempre più incivile come "civiltà" è di un grottesco che non ha fine.
Ma andiamo avanti.

Ci siamo arenati su un'ipocrisia dominante. Tutto degrada e tutto perde di confine.
Non ci sono più punti cardinali nè direzioni. Nè margini o definizioni.
Tutto si confonde con tutto e tutto si mischia con tutto in un "meltin pot" di concetti, idee, significati.
 
Le parole hanno un loro significato. E' la base della comunicazione.
Se tu parli dicendo "il coso del coso che va nella cosa" nessuno capisce. E questo non è lo scopo della comunicazione.
Ma va? Cosa abbiamo scoperto oggi? Che comunicare significa che più persone capiscono, giusto?
Non il contrario.

E allora perchè chiamare uno scambio di opinioni condito di toni emozionali normali per l'essere umano come "conflitto"?
Perchè definire una strada "assassina"? Perchè creare un ambiente pericoloso paventando l'inferno sulla terra per l'arrivo di un'alta pressione dell'Africa nel mese di luglio in Italia?
E via discorrendo.

Dove ci siamo arenati?
Sul fatto che non vi è più convergenza sui termini base da usare.
Una situazione emotiva difficile viene classificata come MALATTIA, una condizione economica in cui pochi lavorano e gli altri vivono di rendita viene chiamata CRISI e ci fermiamo qui.

Vediamo le persone perdere il contatto con la realtà. Pensare attraverso concetti ricevuti e non attraverso le informazioni che giungono loro direttamente dai loro sensi ed esperienza diretta.

"Adesso le strade sono più pericolose", "Non ci si può più fidare di nessuno", "I soldi non bastano mai" e banalità, banalità, banalità.

E' possibile ipotizzare che si possa tornare ad un pò di sanità culturale, ad un pò di normale rapportarsi alle cose così come sono e non così come qualcuno vuole che le intendiamo?
Vedremo più avanti perchè succede questo.

See you later.

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