mercoledì 27 gennaio 2021

Che bello che è cambiare colore

E' giusto! E' alla moda!

Cambiare colore rende la persona più interessante e da movimento alla vita. Oggi di questo colore, domani di un altro colore. All'improvviso, con sorpresa.

Tuo marito torna a casa lasciandoti rossa e ti trova bionda.

Apri il frigo e ti ricordavi di aver lasciato una Ichnusa e ci trovi una Murphys o una McFarland.

Corretto.
Ma è lo stesso per il cambio colore delle regioni?

Una settimana fa, da più parti si erano sollevati non pochi dubbi riguardo questo meccanismo di assegnazione dei colori che equivale, in sostanza, all'applicazione di norme più o meno restrittive a contenimento della diffusione dell'ormai famigerato virus Covid19 (che non ha più bisogno di presentazioni).
Tutto molto giusto, ci mancherebbe. Se non fosse che ci sono sia dubbi sull'efficacia di queste restrizioni (fatte, diciamocelo pure, in latino ad cazzum) e molti dubbi sui criteri con cui una regione o un territorio sia messo più o meno peggio di un altro.

Essendo sardo, l'attenzione cade sulla mia terra ma il ragionamento si potrebbe ripetere pari pari anche per altre regioni.

Vediamo un pò. Sabato 23 gennaio la Sardegna diventa "arancione" a causa della valutazione dei parametri pandemici. E quali sono questi parametri? Sulle prime si parlava di una semplificazione dell'assegnazione dei colori basata unicamente sull'incidenza dei contagi sulla popolazione. Tot contagi in percentuale e via al cambio dei colori. Mentre allo stato di fatto la decisione viene presa valutando (si ma come? con quali pesi e proporzioni?) ben 21 parametri di cui 16 obbligatori e 5 opzionali (per chi? e in che modo?). Per chi volesse approfondire può ad esempio leggere qui.

L'altro giorno leggo che Sileri, sottosegretario al ministero della salute, dice:

Ieri leggo ancora che si intravede la possibilità che alcune regioni possano questo fine settimana, in base alla valutazione dei parametri famosi, cambiare colore. E si prospetta, in modo inaspettato, che alcune possano addirittura finire in zona BIANCA, che sarebbe una zona senza alcun tipo di restrizione (anche se sempre con mascherine e distanziamento sociale). E, ma guarda un pò, una delle candidate sarebbe chi? Ma si, proprio la Sardegna per una situazione di diffusione pandemica sostanzialmente buona.

?!?!?!?!?

Non ho capito! In una settimana da gialli siamo diventati arancioni ma nello stesso tempo, visto il miglioramento dei parametri, potremmo finire in zona bianca ma non possiamo farlo perchè se finisci in arancione ci devi rimanere almeno 2 settimana per regolamento (e senza passare dal via e ritirare la tua paghetta).

Ho capito, siamo su SCHERZI A PARTE! Non c'è altra spiegazione.

Io non ho nient'altro da dire. Continuo ad avere il sospetto di essere guidato da bambini che giocano con giocattoli più grandi di loro. E guardando come vanno le cose nel resto del pianeta mi sembra proprio che i nostri leader (scienziati, politici, capi di governo e via dicendo) non siano proprio all'altezza di ciò che serve all'UOMO per sopravvivere.

Alla prossima.

lunedì 25 gennaio 2021

La Sardegna in zona arancione è un grande errore. Ma non è questo il punto....

Da quando è iniziata questa storia del covid19 (è già un anno, ci rendiamo conto?...) non sono mai stato particolarmente propenso a parlare dell'argomento.

L'ho fatto, come tutti, con amici e parenti. A tavola, in un saluto fuggevole.

Ma mi sono reso conto che discutere del covid19 e di tutto ciò che ci ruota intorno così... iniziando da un punto qualsiasi e finendo chissà dove fosse solo un ennesimo contributo all'aumento di CONFUSIONE.

Questa società, anzi... questa cultura è fondamentalmente confusa.
Lo è a ragione veduta ovvero lo è perchè vi è una ragione consapevole per tutto ciò. Qualcuno che effettivamente vuole che ci sia confusione e che la confusione domini.

La confusione si crea scuotendo e attaccando quelli che sono i dati stabili di quella società.

Giusto, hai ragione. Una società deve progredire e quindi anche cambiare.

Ma cambiare non significa distruggere ciò che c'è per metterci il niente. Cambiare significa effettuare una evoluzione ordinata da un qualcosa ad un altro qualcosa. Ma stiamo divagando ed è meglio tornare al covid19.

Dicevo che sono stato abbastanza in silenzio su questo argomento. Non ho parlato delle perplessità dei numeri comunicati in questi ultimi 10 mesi, che spesso non erano coerenti statisticamente fra loro. Non ho parlato delle incongruenze fra l'andamento della pandemia fra i vari paesi. Non ho parlato delle scelte sbagliate di vari governi (tra cui il nostro) che hanno lasciato perplesso chi, come me, pensa che a capo di una nazione occorre mettere persone competenti.

Da tempo sono state fatte le varie zone: rosse, arancioni e gialle. Vivo in Sardegna. E sabato scopro di essere diventato zona arancione. Perchè? Boh. Parrebbe che ciò avvenga in base all'esame di 21 parametri (https://www.ilgiorno.it/cronaca/covid-21-parametri-zone-1.5927741) e quando questi peggiorano si retrocede di una categoria (da gialla a arancione, o da arancione a rossa).

Ma non è così. Perchè "Per ciascun valore sono ovviamente state stabilite soglie di allerta. Di questi 21 indicatori, 16 sono obbligatori mentre 5 sono opzionali."

Ma forse non è neppure così perchè i criteri dovrebbero essere cambiati (https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2021/01/09/speranza-misure-restrittive-arma-centrale-ancora-qualche-mese_9f189858-ff1c-46a2-b9a5-837aff63b1c3.html) - (https://www.ilpost.it/2021/01/14/parametri-colori-regioni-area-bianca/).

Sembrerebbe adesso che: "I colori delle regioni dipendono da tre macroaree: l’incidenza settimanale dei contagi da coronavirus ogni 100mila abitanti, i livelli di rischio e gli scenari." (cit. www.ilpost.it)

E quindi? Confusione. Ecco cosa. Voluta, non voluta? Non rispondo alla domanda in questo post. Ma pongo altre domande.

Vivo in Sardegna e vedo che nell'ultimo mese tutte le statistiche relative al contagio sono in discesa (https://statistichecoronavirus.it/coronavirus-italia/coronavirus-sardegna/) e sembrerebbe (non ho analizzato la cosa con esattezza ma sembrano esserci buone probabilità che sia veramente così) che ora in zona arancione la Sardegna abbia parametri migliori di quando era in zona gialla a dicembre.

Si può stare in silenzio e non protestare?

Qualcuno dirà che tutto ciò è fatto per tutelare la salute delle persone, per combattere la pandemia e che, alla fine, il disagio non è così grande proporzionato ai vantaggi.

CHi parla è qualcuno che fin da subito ha sempre osservato le prescrizioni e i protocolli di sicurezza. Ma credo SEMPRE che le regole esistano per un fine e mai solo per se stesse.

A che serve veramente la zona arancione se non a creare turbamento e creare profonde ferite sociali di chi lavora nei settori colpiti?

Veramente si pensa che i protocolli "arancioni" siano più efficaci dei protocolli "gialli"? Che sia li il problema?

O come ho letto, che siamo finiti in zona arancione perchè siamo indisciplinati e non rispettiamo le regole? Ma veramente si può credere ad una fandonia così?

E lo dice chi le regole le rispetta.

No. So solo che tolto lo spartito principale, i suonatori suonano ognuno per conto suo. La burocrazia, smarrito un senso logico superiore che la giustifichi, diventa auto-referente e prosegue da sola. I provvedimenti sono fatti a casaccio e sono tutti sfilacciati. Si cerca di accontentare qualcuno e di fare le cose con un "politicamente corretto" solo nelle parole e non nei fatti.

Perchè non si è deciso di tagliare di un 30-40% tutti gli stipendi di tutti i lavori del paese per solidarietà? Almeno tutti gli italiani avrebbero percepito emozionalmente nello stesso modo questo periodo di difficoltà e ci sarebbe stata maggiore empatia e coesione sociale.

Invece ci sono figli e figliastri. C'è chi piange dalla disperazione nel vedere anni di sacrifici (non solo economici ma anche di progetto) buttati al vento e chi viene toccato solo di striscio dai sacrifici. Così le attenzioni sono diverse. C'è chi pensa alla salute e chi alla sopravvivenza materiale.

E si creano tensioni. E si litiga. E si sprofonda emozionalmente, con tutto ciò che ne deriva.

Sarà un caso? Avviene così?

Onestamente non credo.


Alla prossima.

martedì 19 gennaio 2021

Perchè parliamo quasi unicamente degli argomenti che i talk show ci impongono?

Non so se sia solo una mia impressione o se veramente gli argomenti su cui la maggior parte (non arrivo a dire tutti) di noi discute a bassa voce o a gran voce sui social, davanti ad un caffè con i familiari, al bar con gli amici e via dicendo DERIVINO quasi unicamente dagli argomenti proposti da giornali, TG e talk show?

Occorrerebbe svolgere una ricerca numerica per averne una certezza ma l'impressione (dimmi se sei d'accordo) è che sempre più, l'orizzonte degli argomenti di discussione (e quindi di interesse) venga manipolato e indirizzo a piacimento.

Da chi? Non so. Non sono un complottista nè credo di avere sufficienti informazioni per sbilanciarmi in questo senso.

E' però facile osservare che sembra esserci una regia occulta dietro i meccanismi di informazioni globalizzata. Che usano adesso i social network come cassa di risonanza.

Se ci fai caso, per lungo tempo non senti parlare di uno specifico argomento o di un personaggio e poi, DI COLPO, quell'argomento e quel personaggio diventano un "topic" ovvero diventa un argomento di discussione che viene affrontato e sviscerato in tutte le salse.

Andando in edicola si scopre ci siano un sacco di quotidiani. Il comune senso ci direbbe che una pluralità di giornali equivalga ad una varietà di punti di vista e quindi di opinioni. Ma, di più, dovrebbe anche equivale ad una diversità di stimoli, di argomenti proposti, di problemi sollevati.

Non solo, quindi, tanti punti di vista su UNA COSA ma tanti punti di vista su TANTE COSE.

Ed invece se accendiamo una TV, apriamo un social o leggiamo i giornali, la sensazione (fondata) è che da tutte le parti si rigiri la stessa minestra. E poi, di colpo, quella minestra scompaia dalla vista per essere sostituita da una nuova minestra. Spesso totalmente slegata dalla prima. E così via di continuo.

Ciò che rimane è un senso di provvisorietà, un senso di disorientamento come di essere in balia al vento dentro una tempesta. Oggi mi colpisce questo e domani? Chissà.

Sembra manchi una progettazione informativa. Non sembra. Manca. Perchè non c'è la volontà di INFORMARE, che altro non significa che "dare una forma a ciò che ci circonda". C'è la volontà di bombardare la persona con una serie di dati e informazioni che però è impossibile organizzare in uno schema.

E' per questo motivo che un politico può OGGI dire "bianco", quando fino ad un paio di anni fa ha detto "nero". Oppure permettere a qualsiasi persona di cogliere le opportunità smentendo se stesso.

Questo fatto che sulla bocca delle persone ci sono argomenti creati a tavolino da altri (altri chi? Boh!) mi inquieta.

Ho amato e continuo ad amare i social e i nuovi strumenti che il web ci mette a disposizione perchè permettono di CREARE, di realizzare contenuti nuovi e proporre alle persone, a tutte, argomenti su cui riflettere.

Leggo con piacere i post di coloro che investigano su qualcosa, che si pongono domande su altro, che mi stimolano a guardare in una certa direzione.
Un post su un film che non sapevo esistesse, una considerazione su qualcosa a cui non avevo pensato, la condivisione di una emozione che non avevo conosciuto.

Qualcuno diceva che in un gruppo di persone elevate e sane di mente si tenda a parlare di IDEE. Mentre quando la persona peggiora, comincia a parlare di FATTI. E quando scende ancora di livello comincia a parlare prevalentemente di altre PERSONE. E alla fine solo di se stessa.

Non so. E' un argomento su cui riflettere.
Alla prossima.

venerdì 15 gennaio 2021

Perchè Renzi sta facendo cadere il governo?

Evitare di parlare di Renzi in questi giorni sarebbe come non parlare di Natale il 25 dicembre.

Assurdo e improponibile. Come lo stesso Renzi.

Al di là dei colori politici e delle proprie idee, sono sempre stato della convinzione che un politico debba avere un profilo etico e personale di uno spessore tale da potergli permettere di stare sotto le luci della ribalta sociale.

Non possiamo nascondere che essere una persona improponibile sta diventando sempre più consueto ed nel panorama politico italiano vi è più di una figura imbarazzante a prescindere dal partito che lo candida (citiamo un personaggio come Antonio Razzi solo per citarne uno).

Ma qui non siamo solo al livello di macchietta, non siamo al livello di avanspettacolo.
Siamo al supremo insulto per la dignità di un politico.

Onestamente da molto tempo seguo la politica con un certo distacco. Distacco che non è indifferenza, tutt'altro. Distacco che è sinonimo di osservare senza entrare troppo dentro a notizie, fatti e vicende la cui importanza è come quella di uno starnuto all'interno di una tempesta di vento. 
Fatti e vicende di importanza infima che diventano il centro dell'agone politico.

Al momento io non ho capito quale sia il problema di Renzi. O meglio, lo so. Non vi è alcun tipo di problema.
E' tutto un modo per sfruttare il momento e riacquisire popolarità.

Renzi è passato dall'essere l'uomo della rottamazione della vecchia politica ad essere primo ministro e anche leader del partito più strutturato e influente d'Italia. Il partito democratico potrà, in certi momenti, non avere la maggioranza dei voti ma continua ad essere l'unica forza politica attuale le cui radici affondano in un importante, strutturato e solido passato.
Il PD viene dal PCI che è diventato PDS che è diventato DS che è diventato PD.
E Renzi è stato il segretario di questo partito.
E' stato in un certo momento il politico più influente e importante d'Italia.

E poi, non lo sa neanche lui perchè, si è ritrovato fuori da tutto, a capo di un partitino insignificante (italia viva) con un 2-3% del favore del pubblico.
Poteva il nostro personaggio, dotato di un ego smisurato, rimanere così in disparte per lungo tempo? Ovviamente no.

Probabilmente le sue aspettative, quando è andato via dal PD erano altre. E ora, intravista la possibilità di essere l'ago della bilancia per il futuro del governo del paese, eccolo qui.

Presente nei meme sui social, sulle prime pagine di giornali e sui servizi dei tg.
Ma servirà questo a portare la popolarità di Renzi in alto?

Avrà valutato che la maggior parte dell'opinione pubblica è talmente arrabbiata con lui che lo metterebbe sotto con la macchina se da pedone lo vedesse attraversare la strada?
Io a pensar male faccio peccato ma penso di azzeccarci. A volte un personaggio politico può non piacere ma a quel personaggio non si può negare il riconoscimento di un fattore quale l'intelligenza e la furbizia.

Io non ho mai stimato nè seguito Renzi. Non mi è mai piaciuto. Ora ho la conferma che non è nè intelligente nè furbo.
Con grande danno per il paese.

Alla prossima.

martedì 12 gennaio 2021

Andar via da Whatsapp verso Signal o Telegram: vera difesa della nostra Privacy?

Si fa un gran parlare in queste ultime ore di piattaforme di scambio messaggistica. Per la verità tutto sembra ricollegarsi alle vicende di cambio presidenziale negli Stati Uniti e quindi, al ruolo dell'ormai ex presidente Donald Trump nella storia del bene contro il male.

Il bene rappresentato da (proprio) lui e tutti i suoi fedeli, compresi i funzionari governativi integerrimi che di nascosto operano in varie parti delle amministrazioni USA.
Il male rappresentato da una trasversale accolita di personaggi che vanno dai milionari e miliardari americani (e non solo), agli esponenti culturali della sinistra chic, alla lobby hollywoodiana di registi e attori ricchi e famosi e ad una schiera non precisata di altri funzionari ribelli e indipendenti al senso patriottico che si fa chiamare "Deep State", ovvero stato profondo.

Cosa c'entra tutto questo con whatsapp e compagnia cantante?

Parrebbe che whatsapp, nell'orbita di uno dei più importanti emissari del male, mister Zuckerberg, creatore e patron di Facebook, sia e possa essere uno degli strumenti di controllo nei confronti delle persone libere. E quindi da evitare come la peste.

A conferma di questo evento, si segnalano le nuove richieste di sottoscrizione di privacy e autorizzazioni che agli utenti di whatsapp stanno arrivando in questi giorni e che sembrerebbe debbano entrare in vigore a breve.

Le voci del web dicono: "Whatsapp non è sicuro, è controllato e serve per aumentare il controllo di ciò che diciamo, facciamo".

A questo punto che si fa? Il consiglio è la migrazione verso altri sistemi di messaggistica. 

Così alcuni hanno deciso di spostarsi sul sicuramente altrettanto famoso Telegram (vero concorrente di whatsapp) mentre i più sofisticati e attenti stanno erigendo a salvatore della patria il nuovo Signal.

Ora... io non sono un esperto tecnico di architettura informatica e non posso esprimere giudizi tecnici sulle qualità di queste piattaforme. Ma non credo sia questo il problema.

Per chi si vuol fare una idea, già da anni esistono rispettabili siti di telefonia, informatica o di programmazione che analizzano e dando delle recensioni sui pro e contro di tutti i software di messaggistica esistenti. Come giudizi vengono dati su altri programmi, videogiochi, elettrodomestici, giocattoli, creme e cibo.

Si chiamano "recensioni".

E le recensioni, da moltissimo tempo, stabilivano che, ad esempio Telegram ha delle funzionalità migliori rispetto a Whatsapp ed è sempre un passettino avanti come qualità e servizio. Non che whatsapp sia malvagio. Diciamocelo, funziona più che bene.

Ci permette di fare cose che solo 15 anni fa sembravano fantascienza. Chiamare in qualunque parte del mondo in videochiamata dal proprio cellulare a costo zero con qualità più che dignitosa? Ma di che parliamo.
Telegram è però più funzionale, più smart, più di qualità. E implementa (mette in atto) qualche accorgimento che Whatsapp non ha.

La differenza? Whatsapp è la chat che tutti hanno. Telegram è diffusa ma non tutti la hanno. Tutto qui.

E Signal? Signal è una piattaforma creata da un gruppo di sviluppatori tecnologici con il meccanismo dell Open Source, che è una filosofia informatica in cui crei qualcosa ma permetti che chiunque possa accedere al tuo programma e ai segreti di programmazione.

Secondo gli esperti Signal ha delle caratteristiche tecniche che la renderebbero, nei fatti, meno attaccabile da usi non consentiti e quindi con maggiore privacy.
E questo ci sta.
Ma questo è vero da anni. Non è una cosa di questi giorni. Signal si basa su un sistema che già da un punto di vista tecnico è stato concepito per essere più sicuro.

Ma poi, ragionandoci, cosa significa PIU' SICURO? Ed infatti è qui che casca l'asino.
Noi telefoniamo e le nostre conversazioni potrebbero essere ascoltate con pochissimo impegno e strumenti relativamente facili da procurarsi. E' illegale, ovvio. Ma si può fare. Facilmente.

Ma nessuno si pone il problema della sicurezza dello scambio di informazioni via telefono.

Whatsapp diventerebbe il modo in cui I POTERI FORTI entrano nel nostro cellulare e controllano ogni cosa che facciamo e monitorano tutti i nostri segreti.

La mia idea, per carità, è che questo in realtà già succede e non ne siamo consapevoli. Cioè la rete, l'informatica, l'automazione è già diventata talmente pervasiva da consentire questo. Quindi non so di che parliamo.

In realtà penso che il complottismo (parola assunta nella sua accezione peggiore) stia prendendo alla testa tutti. E la fuga da Whatsapp a Signal per sottrarsi al controllo mediatico di aziende più potenti di moltissimi stati (i grandi colossi del web e dell'informatica), mi sembra assomigli al bambino che non volendo mangiare i broccoli minaccia di non respirare finchè non gli verrà consentito di mangiare altro.

Una stupidaggine.

Si può passare ad un altro sistema per mille motivi. Io userei telegram al posto di whatsapp, ad esempio. Di whatsapp odio il fatto che non ci sia un meccanismo di cancellazione più rapida dei file che ti vengono inviati e alla fine ti seppelliscono il telefono. Ma telegram è meno diffuso di whatsapp. E quindi whatsapp mi è più utile per le cose che faccio, lavoro compreso.

Tutto qui.

E, tra l'altro, il nuovo aggiornamento privacy di Whatsapp, di fatto, non cambia niente rispetto a prima. Di sicuro non consente di entrare nel telefono e controllare quanti soldi hai in banca.

Se qualcuno, illegalmente, lo volesse fare, probabilmente potrebbe già ora. E senza Whatsapp oppure anche con Signal.
Il problema della privacy è veramente un grande problema. Andrebbe esaminato sia da un punto di vista pratico ma soprattutto filosofico.

Cosa significa veramente rispetto della privacy di un individuo? E dove è giusto concedere parte di questa privacy per un miglioramento della qualità della vita?

Se finisco in ospedale e ho un ferro nelle parti intime, non credo che nessuno griderebbe allo scandalo se infermieri e dottori violano la privacy della mia intimità per aiutarmi da un punto di vista medico. Esempio drastico ma efficace.

E' giuso riflettere sulla privacy. Ma dobbiamo farlo a 360°, perchè è qualcosa che ci riguarda tutti i giorni. Anzi riguarda la trama e l'ordito di questa società che stiamo costruendo. Dovremmo riflettere sulla progettazione del tutto e non ricorrere a mettere una pezza qui e la con l'idea che abbiamo difeso la nostra privacy.

Alla prossima.

domenica 10 gennaio 2021

Oggi, partendo dalla segnalazione di un film, comincio ad affrontare un tema molto scottante in questi ultimi anni e che, ritengo, sarà spesso un appuntamento costante sul blog.

Lo introduco con un concetto: Analfabetismo Funzionale.

Sentii parlare di questo concetto (incapacità di usare in modo efficace le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle situazioni della vita quotidiana; si traduce quindi in pratica nell'incapacità di comprendere, valutare e usare le informazioni incontrabili nell'attuale società) molti, molti anni fa. Molto prima che il termine entrasse nell'uso quotidiano.

Capii che era l'orizzonte verso cui, come società, eravamo destinati.

Essere colpiti, in modo più o meno esteso, più o meno grave, da forme di analfabetismo funzionale è uno dei fattori di declino della nostra cultura. Ovviamente le cose non capitano a caso e ci sono dei fondati e specifici motivi strutturali per cui l'analfabetismo funzionale è nato ed è in continuo aumento. Ne riparleremo.

Il film di cui sopra (Idiocracy del regista Mike Judge, anno 2006) è un film di nicchia. Sicuramente una commedia leggera e irriverente. Sul filone americano dei film comici assurdi e strampalati (sul genere Una pallottola spuntata o Hot Shots per intenderci).

E strampalato il film lo è.
Parla di 2 persone mediamente intelligenti che per errore vengono ibernati e si svegliano fra 500 anni in una società decadente in cui l'intelligenza è praticamente scomparsa e il pianeta è abitato da persone stupide e mediocri che usano la tecnologia ma non si chiedono mai come le cose funzionano e sono incapaci a risolvere i problemi.

Eppure il film suscita delle domande che al momento della sua uscita sembravano irrilevanti mentre ora cambiano prospettiva.

Siamo sicuri che le previsioni del film siano solo delle scemenze e delle esagerazioni?
Osservando la scena attuale, possiamo sicuramente dire che la nostra prospettiva (in soli 14 anni) è mutata davvero tanto.

Il mio consiglio è guardarvi il film. Strappa anche qualche risata. Non pensate di guardare un capolavoro come recitazione o come storia. Ma il tema che tocca e certi passaggi geniali (ad esempio come risolvere il problema della sterilità della campagne per la produzione di verdura e cibo) lo tramutano in un film cult. E probabilmente non solo in un film cult, ma in un passaggio culturale obbligatorio.

See you later.


sabato 9 gennaio 2021

Come far diventare un signor NESSUNO qualcuno.

Queste immagini hanno fatto il giro del mondo.

Le avrai viste anche tu immagino, visto che sono state "sparate" nella maggior parte dei canali di comunicazioni della rete informativa planetaria.

E come ormai il protocollo prevede, nasce subito il tam-tam su social e talkshow di chi dice una cosa, chi ne dice un'altra, chi commenta, chi dice la sua, chi chiosa, chi polemizza e chi cerca di spegnere le polemiche.

E' un pattern, un modello, un canovaccio talmente evidente che mi sembra molto strano non venga visto nella sua semplicità.

Abbiamo un altro signor NESSUNO che diventa qualcuno. E che attira l'attenzione. E di cui si parla. E di cui si continua a parlare. Qualcuno che, di colpo, diventa il centro dell'attenzione fino a quando lo stesso gioco non viene applicato ad un altro signor Nessuno che assurge a nuovo centro degli interessi dei media e della comunità.

Ora non è che sia interessante quanto questi personaggi siano o meno realmente importanti.

E' interessante capire perchè questo pattern viene messo in atto.

Questa è la vera domanda.

Potremmo stare infatti qui a parlare dell'assalto al congresso degli Stati Uniti di un branco di individui che definirli pittoreschi è il minimo. Potremmo stare a parlare se questo evento sia la massima dimostrazione dell'involuzione culturale di una nazione (USA) che altro non è che l'emblema con pregi e difetti dell'intero sistema cultural-politico dell'occidente mondiale. Oppure se questo assalto sia la prova che, al contrario, il sistema democratico per eccellenza (quello di George Washington, James Madison, Thomas Jefferson e Benjamin Franklin per citarne alcuni) è vivo e vegeto e lotta per il suo autoperpetuamento mentre travolge anche le soffocanti regole del buonismo politico del xxi secolo.

Ma ciò che mi colpisce è al momento quel pattern.

Quel buttarsi a peso morto da parte dei media sulla notizia in se e per se. Gli squali spesso sono stati usati per illustrare le azioni di banchieri e affaristi senza scrupoli che si gettano sui beni e le aziende del povero malcapitato in bancarotta o in difficoltà per farne brandelli.

Ritengo che invece coloro che si prestano a questo gioco informativo (tutt'altro che informativo) siano i veri squali. Qualcuno già gli chiama gli "squali dell'informazione". Io ho tutt'altri aggettivi.

Ma è un discorso che approfondiremo.

See you later.