lunedì 1 febbraio 2021

Il TAR indaga sulle motivazioni della zona arancione alla Sardegna. Non siamo solo noi a vedere l'errore.

Arancione?

Giallo?

Si fa un gran parlare di questi due colori in questi giorni e in questa festa cromatica ci stiamo perdendo un pò.

Sollevo il solito problema. Quando un cittadino sbaglia ( un disabile a Macerata entra in un bar e si trattiene qualche minuto in più per il freddo e riceve una multa da 400 €, leggi la notizia ) viene crocifisso e nessuna attenuante viene accettata.

Quando a sbagliare è UNA ISTITUZIONE (nome generico dato ad una struttura sovrapersonale come un governo, ente pubblico, parapubblico, associazione, sindacato, grande azienda, multinazionale), non si trova mai qualcuno che sia responsabile della cosa e le attenuanti sono all'ordine del giorno. Se anche non ci fossero, vengono inventate.

Sulla storia della Sardegna in zona arancione per 2 settimane mentre il resto dell'Italia è in zona gialla chi ha sbagliato? Non si sa.

Sulla storia della Sardegna in zona arancione per 2 settimane mentre il resto dell'Italia è in zona gialla perchè si è sbagliato? Quali dati sono stati valutati male e perchè? Non si sa.

Sembrerebbe una polemica da cena fra amici, da bar o da post polemico su un qualsiasi social. Ma non è così. Al punto che lo stesso Tribunale Amministrativo Regionale (entità amministrativa che vigila sui provvedimenti amministrativi di entità statali) ha avviato una serie di accertamenti presso il ministero per comprendere cosa sia successo.

Il che mostra chiaramente che non è solo una sensazione che qualcosa sia andato terribilmente storto. Sulla pelle dei sardi e, soprattutto, dei suoi esercenti commerciali e titolari di attività di ristorazione e bar.

D'altronde come ci si può capacitare che abbia un senso logico trovarsi con una etichetta peggiore (zona arancione) rispetto alle settimane e mesi passati con numeri relativi al contagio covid migliori.

Certo, non viviamo in una situazione di COVID-FREE e quando anche solo 1 persona muore per questo virus, c'è sempre rammarico ma è evidente che i numeri (comunque sempre molto bassi) fossero in miglioramento.

Per di più, questa settimana, la beffa.... Ovvero guardi la cartina delle regione e vedi che quasi tutte sono in zona gialla e solo 5 in zona arancione tra cui la nostra Sardegna. Quindi regioni con numeri decisamente spaventosi riguardo alla pandemia come Lombardia, Piemonte, Veneto o Emilia-Romagna (tanto per citarne alcune) sono in zona gialla e la Sardegna in zona arancione.

Inno alla logica.

Sicuramente un pasticcio burocratico, come spesso questo nostro potenziale splendido paese ci ha abituato ad assistere.

La realtà è che il sospetto che siamo molti e molti e molti i pasticci burocratici commessi da varie parti di questa macchina statale (includiamo in questo concetto governo, parlamento, regioni, comuni, ASL, partiti, comitati vari e via dicendo) in questo ultimo anno. E che gran parte dei disastri commessi siano da imputare alla risposta (spesso ritardata, non poche volte pessima) delle istituzioni e di chi era preposto a decidere e agire.

Il numero dei morti è incredibilmente alto. Se tutti quei morti sono effettivamente morti a causa delle conseguenze del contagio COVID, è veramente un disastro. Io non sono sicuro che le cifre siano corrette ma penso che comunque siano abbastanza significative da essere comunque prese per varie riflessioni.

Il problema, continuo a dirlo, qui non è ZONA GIALLA o ARANCIONE. Ma la gestione stessa della malattia quando questa si manifesta. E, al limite, nei provvedimenti da prendere per impedire che questo virus arrivasse in primo luogo nelle nostre terre.

Cito, ma solo per chiudere questo post, un fatto.

A maggio la nostra isola era fondamentalmente "covid-free" ovvero non aveva quasi presenza di contagio. Il governo regionale propose una linea dura di ingresso nell'isola, forte della possibilità di un controllo ferreo in porti e aeroporti (le quasi uniche porte di ingresso per la Sardegna, escludendo praticamente solo i diportisti). Si parlò di passaporto sanitario: nessuno poteva entrare a meno che non facesse un test o tampone e stesse in quarantena preventiva.

Si gridò allo scandalo, alla discriminazione, all'assalto ai valori come la libertà di circolazione e altre storie simili. 

Mesi dopo, vari stati che hanno adottato in modo perentorio questo livello di controllo alle frontiere (Australia, Nuova Zelanda ma anche Cina e altri stati) vivono una situazione generale abbastanza buona in merito a numero di contagi e di morti.
La stessa Unione Europea, inoltre, avanza la fondata ipotesi che per muoversi fra i paesi europei sia obbligatorio fare tamponi prima della partenza e addirittura che sia concesso viaggiare solo a chi ha fatto il vaccino (ora che c'è).

Il tutto in barba ai succitati diritti di libera circolazione delle persone.
Come al solito due pesi e due misure.

Io non so se chiudere le frontiere sarde a maggio in modo serrato fosse la soluzione migliore. Sicuramente avrebbe avuto contraccolpi da un punto di vista di ritorno economico per via del turismo. Ma anche questo non è certo, visto che sarebbe dipeso molto da COME si sarebbe gestita la campagna di Pubbliche Relazioni sul fatto.

Rimane sempre che la rabbia monta perchè una istituzione non viene punita con la stessa proporzione di un normale cittadino quando questa sbaglia.

Quanto dovremmo aspettare affinchè ci sia questo tipo di equità sociale?

Alla prossima.


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