sabato 27 febbraio 2021

Dal 1° marzo Sardegna in zona Bianca per il covid. E' una cosa giusta?

Notizia di poche ore fa. Il ministro della salute emette l'aggiornamento della situazione della mappa a colori della nazione e a sorpresa, molto a sorpresa, dal cilindro esce la colomba bianca.

Ovvero l'ok ufficiale ad una regione affinchè si collochi in zona bianca.

Che dovrebbe essere (dico dovrebbe perchè è da un pò che cerco di capire i dettagli) una zona in cui vengono tolte tutte le restrizioni salvo l'uso della mascherina in locali chiusi e il solito, immancabile distanziamento sociale obbligatori fra persone non congiunte.

Parlo di questa notizia in primo luogo perchè la ricevo con piacere, visto che di quest'isola sono figlio e abitante. Ma anche perchè ancor di più mi fa capire quanto la mia polemica sulla Sardegna in zona arancione non più di qualche settimana fa fosse ben fondato.

Mi chiedo come sia possibile che la scena si sia modificata in un solo mese. Certo, direte voi, basta che i parametri migliorino o peggiorino di poco et voilà.

Su questo sono d'accordo ma un senso sottile di qualcosa che non funziona continua ad esserci. D'altronde se lunedi 1 marzo è il momento del paradiso per i sardi, non mesi fa ma proprio ieri e l'altro ieri 2 nuovi comuni entravano in zona rossa e quindi lockdown totale.

Cioè 2 comuni entrano in zona rossa e la regione entra in zona bianca. Funziona così? Si, funziona così. E di per se la cosa potrebbe avere un senso se non fosse che, secondo il mio umile parere, si sta perdendo di vista il nocciolo della questione.

Si sono adottati da un anno protocolli di sicurezza e sono state varate numerose limitazioni e restrizioni sociali. Così tante che una gran parte del paese ne sta soffrendo. Sia a livello pratico (cioè nella tasca) che anche da un punto di vista di stress correlato. E badate bene, non tutto il paese ma una parte.

Perchè sebbene sia oltremodo corretto che ci sia la massima attenzione alla prevenzione del contagio e alla protezione delle strutture sanitarie dall'assalto di tanti ammalati che metterebbero tutto il sistema in ginocchio ancor più di quanto lo è ora, non bisogna dimenticare che salute è un concetto espanso.

Proteggere la salute non è solo non prendere un virus e non ammalarsi. Proteggere la salute è anche e soprattutto favorire una serie di circostanze ambientali in modo che si possa vivere bene e in serenità. Nella sopravvivenza, nella cura della salute non c'è solo la basica cura del corpo ma anche la più delicata ma necessaria cura della sanità mentale e della sanità emotiva. Cosa che in questo contesto secondo me si sta largamente trascurando.

Che lo si stia facendo senza dolo è un conto. Ma negare che ci siano molti provvedimenti che abbiamo creato conflitto sociale e proteste per la loro iniquità è palese e innegabile.
Se difendere la salute è più importante di tutto e ciò ci porta a far chiudere le attività imprenditoriali per evitare i contatti sociali con ovvie ripercussioni sulle entrate di chi è vittima delle restrizioni, perchè non vengono prese le opportune contromisure?

"Ma si, Elia, si che vengono prese. Non fare discorsi populistici. La macchina Italia non è un condominio, non è facile muovere tutte le leve della burocrazia."

Ma io non mi riferisco a questo. Che è comprensibile e ci sta. Mi riferisco allo spirito di fondo che dovrebbe aleggiare in un gruppo, per quanto espanso come una nazione. Se ci sono da fare sacrifici, occorre farli tutti.

Perchè il governo, per far toccare con mano cosa significa esattamente essere costretti a non poter lavorare o essere menomati sotto questo aspetto, non ha deciso insieme alle chiusure delle attività di ridurre di una percentuale (mica tutto!!) anche gli stipendi fissi di statali e pubblici e le pensioni?. Che so, un 20%, un 30%. Per solidarietà, per fare in modo che tutti i 60 milioni di italiani percepissero la situazione con la medesima sensibilità senza creare questa dicotomia fra "I DIFENSORI DELLA SALUTE" che spingono a chiudere tutto, rinchiudersi in casa e non fare altro finchè non passa tutto e "GLI OLTRANZISTI DELLA NORMALITA'" per cui nessun provvedimento deve essere preso e tutto è una montatura e chissenefrega se qualche vecchio muore.

Detesto entrambi questi opposti, entrambi facenti parte di un universo di menefreghismo e irresponsabilità che si presenta in modi diversi ma ha la stessa radice.

Da lunedi in zona bianca, comunque. Non so quanto durerà perchè i ragionamenti matematici e numerici che portano al passaggio da un colore ad un altro mi sembra sempre poco rispondenti alla realtà. Ma è solo perchè io capisco poco e sono molto irrispettoso di chi ne sa più di me.

Continuo a pensare che l'unica soluzione sia l'informazione. Quella vera, non quella di NON E' LA D'URSO o dei TG. Quella fatta capendo come vive e si riproduce un virus, quella fatta di come funziona il sistema immunitario, quella fatta di come la vita sia una questione sempre di probabilità statistiche e mai di certezze.

Penso che una migliore campagna informativa sui modi individuali in cui bisogna comportarsi da soli, a casa, sul lavoro e in giro per i negozi sia più utile di mille restrizioni o di zone bianche, gialle o altro.

Ma è solo perchè sono irrispettoso.

Alla prossima.

venerdì 19 febbraio 2021

Il "macchinario dell'informazione": il nuovo trituratore professionale della realtà

Quello in foto è un trituratore industriale di rifiuti.
A cosa serve? Come dice il nome serve a triturare i rifiuti ovvero tramite rulli di acciaio e una potenza devastante distrugge, triturando, ciò che ci viene messo dentro.

Perchè questo sguardo a questo macchinario, peraltro molto utile e per certi versi anche affascinante?

Perchè esiste un altro macchinario che ha un potere similare, ovvero di triturare qualsiasi cosa gli venga lanciata dentro, riducendo a brandelli e particelle finissime ciò che ha la sventura di finire vicino alle sue fameliche fauci.

Questo macchinario non tritura rifiuti ma la realtà. Rendendola smembrata, confusa e inutilizzabile.

Tu avvicini la realtà o parti di essa a questo macchinario e quest'ultimo ti smembra ciò che riesce ad acchiappare, triturandola e restituendoti piccoli frammenti inutilizzabili di ciò che prima poteva avere una forma e un utilizzo.

Come si chiama questo pericolosissimo macchinario? Si chiama INFORMAZIONE MODERNA.

E' un macchinario che non ha una forma fisica. Non lo trovi in un capannone, in una fabbrica o nel garage di qualche abitazione. Non ha un numero di telaio e non funziona ad energia elettrica nè a con il gasolio.

Questo MACCHINARIO, nella società di oggi, è in uso perenne e invade i nostri spazi permeando tutto con la sua presenza. E' in collegamento con molti altri utili strumenti come TV, computer, cellulari e giornali ma essendo fondamentalmente un MACCHINARIO DISTRUTTIVO perverte anche questi strumenti utilizzandoli per i suoi scopi.

Questo MACCHINARIO prende la realtà dalle sue bocche di alimentazione e te la rende inutilizzabile e incomprensibile. La rende turbolenta e piena di negatività. La impasta con la melma del dolore, con la colla della paura, con il veleno della cattiveria.

L'INFORMAZIONE MODERNA è ormai una macchina al di fuori del controllo di chi PENSA di usarla o di lavorarci. Chi l'ha creata la ha mascherata da strumento utile e di civiltà. Ha fatto un buon marketing convincendo le persone che la vita sarebbe stata migliore con l'uso dell'INFORMAZIONE MODERNA.

L'idea era che se tu avessi conosciuto di più e meglio la realtà che ti circondava tramite la ricezione continua di fatti, notizie, commenti, pareri e numeri, saresti stato capace di maggiore comprensione e consapevolezza.
E quindi maggiormente ABILE e CAPACE di migliore a tua volta il tuo ambiente, ad essere di aiuto a te stesso e agli altri, sia che fossero persone care o persone sconosciute.

INFORMAZIONE MODERNA per un mondo migliore, questo lo slogan. Seguito da "Non si può vivere senza essere INFORMATI!". Incredibilmente efficace.

Ma era una falsità pubblicitaria. L'INFORMAZIONE MODERNA non trasmette niente di utile o che permetta di migliorare le persone o il mondo. Perchè?
Perchè prende la realtà e la tritura. Non restituisce fatti, non restituisce notizie, non restituisce informazione.

Prende qualsiasi argomento e persona e lo smembra. 
Quando un argomento, una situazione, una notizia o delle persone entrano nella macchina dell'INFORMAZIONE MODERNA, vengono sballottati di qua e di là, vengono sottoposti a continui commenti, associazioni, emozioni dissonanti e discordanti che si perde il filo di ogni logica.

Pensaci!

Accendi la TV e di colpo vedi un argomento che viene affrontato e sviluppato da più persone e parti. Ma è tutto veloce, tutto senza premesse, tutto senza un vero scopo di trasferire delle informazioni. Dati vengono associati a dati senza la possibilità di un controllo degli stessi. Così verità totali vengono associate a verità parziali che vengono associate a opinioni, che vengono associate a personaggi ridicoli che urlano e insultano, che vengono associati a smentite, che vengono associati ad annunci che qualcosa succederà senza mai aspettare a controllare se succederà.

Facciamo un esempio: le varianti del COVID19.

Alzi la mano chi pensa che veramente ha ricevuto delle informazioni sulla cosa. Informarsi su cosa siano e quali conseguenze possano avere le varianti del COVID19 presuppone una trasmissione di dati assimilabili. Che non è possibile effettuare se non in un percorso individuale di formazione o di studio.

Bisognerebbe essere certi che chi riceve i dati, i numeri, le preoccupazioni, le notizie sulle varianti del COVID abbia una conoscenza base della chimica e della biologia. In modo che abbia degli strumenti concettuali validi per ponderare ciò che gli viene lanciato addosso. Perchè ogni ora c'è un lancio di agenzia, c'è un annuncio, c'è un titolo. Che magari è diverso da quello di un'ora prima. E il gioco è tutto un ricorrersi di confusione.

"Ecco la variante inglese", "ma in Abruzzo una famiglia di 6 persone si sono contagiate con il ceppo brasiliano", "ma il ceppo brasiliano è peggio di quello inglese", "ma quello sudafricano di più", "ma Galli dice che gli ospedali sono pieni di gente con le varianti", "ma lo staff dell'ospedale di Galli dice che non è vero, ma il vaccino funziona con tutte le varianti", "ma il ministro chiude gli impianti perchè ha paura delle varianti", "ma Draghi arriva e sistema tutto", "ma Draghi rinomina lo stesso ministro di prima", "ma se sono tutti al governo chi è all'opposizione?", "ma se sono tutti d'accordo perchè prima hanno fatto casino?", "ma Astrazeneca non è efficace con le varianti", "ma Pfizer ha effetti collaterali", "ma quando ci vacciniamo tutti siamo a posto?", "ma quando abbiamo finito di vaccinarci tutti dobbiamo stare comunque distanziati, e con i bar chiusi, e con la mascherina", "ma al grande fratello la D'Eusanio è politicamente scorretta", "ma Cristiano Ronaldo forse lascia la Juve", "ma a Napoli c'è la Camorra", "ma le piramidi le hanno costruite gli alieni", "ma Draghi si vaccina Ronaldo mentre al grande fratello la variante camorristica partecipa al Talk Show con la D'Urso e la cassa integrazione che non arriva".

TRITURAMENTO DELLA REALTA'. Fatto consapevolmente per rendere le persone confuse.
E farle sentire schiacciate e oppresse da fatti che si susseguono a fatti che portano altri fatti. Che non si saprà mai se sono completamente corretti e che ti vengono sparati addosso come proiettili.

L'informazione come una mitragliatrice che spara notizie. Appuntite, perforanti, dirompenti.

Questo signori è il MACCHINARIO DELL'INFORMAZIONE.

E oggi ci sono andato anche leggero. Rifletti su quanto ti ho detto. Non mi devi per forza credere. Osserva da te.

Alla prossima

sabato 13 febbraio 2021

Cosa penso del nuovo Governo Draghi?

Non potevo esimermi dall'esprimere una opinione "irrispettosa" riguardo alla nuova compagine di governo appena costituitasi.

Facendo l'avvocato del diavolo, occorre precisare che in qualsiasi situazione e con qualsiasi attore politico, chi sta alla finestra con troppa facilità può sparare a zero.

E' una sorta di sport popolare: ogni persona si sente in dovere di dire la sua riguardo alla più o meno grande validità di un governo e del suo operato. Alcuni lo fanno con spirito critico e con maggiore attenzione all'obiettività mentre altri non sono osservatori ma tifosi esagitati, di parte ogni oltre modo.

La regola massima è che CRITICARE è facile. AGIRE richiede una abilità e capacità maggiori.

Ma al netto di questo, come cittadino italiano, e libero pensatore, delle opinioni le possiamo esprimere. con rispetto ed educazione. Ma ovviamente anche "irrispettose".

La prima impressione, leggendo l'elenco dei ministri e lo schieramento politico del governo, è che questa compagine sia pessima. Pessima perchè? In ordine sparso:

1. Il governo nasce sulla ceneri del precedente governo caduto non si sa perchè e probabilmente in uno dei peggiori frangenti della recente storia repubblicana. 

2. Questo governo nasce su un equivoco politico. Renzi fa cadere il governo Conte per motivi conosciuti solo a lui ma tutti gli altri (PD e M5S) sono già allineati a creare un Conte ter in cui non ci sia Italia Viva e il Matteo fiorentino ammazza-governi. Poi, di colpo, Conte è un invitato sgradito e dal capello a cilindro salta fuori il deus ex machina Mario Draghi, SuperMario per gli amici. Lo stesso Mario Draghi che in molto giornalismo indipendente (quello ancora sano) già da più di un anno si sosteneva sarebbe stato il nuovo presidente del consiglio. Chiaroveggenza o banalità della politica? A voi la scelta.

3. Mario Draghi è quanto di più lontano ci sia dall'incarnazione delle volontà delle ultime elezioni nazionali. Le quali avevano sancito che l'elettorato voleva antieuropeismo, cambiamento, sovranismo, facce nuove, riforma fiscale, politica keynesiane, etc.. E tutto ciò si riassumeva nei cavalli di battaglia di 2 partiti politici ovvero il movimento 5 stelle e la Lega. Le idee di questi 2 partiti politici erano (usiamo il passato) quanto di più lontano ci fosse da ciò che Draghi rappresenta. Basta andare a vedere gli annunci, i Tweet, i video e le dichiarazioni dei vari Grillo, di Battista, Di Maio, Salvini, Giorgetti e di altri. Tutto smentito ora, tutto cancellato. Nè Lega nè M5S sono contro l'euro e il sistema economico bancario europeo. Anzi. Lo sostengono.
Che importa se si vuole cancellare il forfettario alle piccole partite IVA, se si intende togliere i ristori alle attività in crisi, se l'indirizzo politico sarà nuovamente di austerità e conformità ai dictat europei.
Basta avere nuovamente qualche poltrona e va tutto bene.

4. Si sceglie Mario Draghi perchè? Perchè è autorevole e accettato all'estero? Ma Draghi non fa un governo tecnico, in modo che la sua presenza sia giustificata. Almeno in apparenza. No, fa un misto politico tecnico e spartisce i ministeri da buon matematico. Uno a te, uno a me, uno a quelli. E così ci ritroviamo in una grande ammucchiata politica partiti e idee che (APPARENTEMENTE) erano agli antipodi. Tutti insieme appassionatamente abbiamo Lega, Movimento 5 Stelle, PD, Italia Viva, Liberi e Uguali e Forza Italia. Dalla sinistra alla destra passando dal centro. In pratica rimangono fuori solo le ali estreme: comunisti da una parte e Fratelli d'Italia dall'altra.
Vedere nello stesso governo esponenti dei pentastellati con gli azzurri di Berlusconi è quanto di peggio possa essere delineato a livello politico. Non per la diversità di idee ma per il fumo buttato negli occhi degli elettori per anni.

Si fa in fretta a non voler cadere nel qualunquismo. Io odio il qualunquismo. Ma vedere questa compagine di governo mi fa gridare allo scandalo. E' veramente il caso di dire che non c'è differenza fra l'uno e l'altro. Non c'erano i presupposti per creare un governo di solidarietà nazionale. Anche perchè un governo funzionante c'era. Che poi io fossi d'accordo con tutto ciò che facesse, è un altro discorso.

Ho spesso visto la politica italiana toccare abissi di indecenza e dire che peggio di così non si poteva andare. Ora vedo che si può andare anche più in basso ma ritengo che il livello della dialettica e dell'etica politica in questo momento sia bassissimo. Se avessimo una scala da 1 a 10, direi che siamo sul 3. Ma possiamo anche peggiore. E il dubbio e preoccupazione è che succederà.

Il mio giudizio sul nuovo governo è pessimo. Sono spaesato e totalmente non rappresentato da ciò che vedo. Ci ritroveremo a parlare delle iniziative prossime future di questa armata brancaleone. Sempre che duri più di un anno, cosa di cui dubito fortemente.

Alla prossima.

lunedì 8 febbraio 2021

Ma le auto elettriche sono davvero così ambientali e green? O inquinano anche loro?

La questione dell'auto elettrica è diventato ormai un tema all'ordine del giorno.

L'uso dell'elettricità come fonte energetica per far muovere le nostre autovetture è una questione che non nasce da oggi. Se andiamo a guardare alcuni libri e riviste degli anni '80 (ma forse anche prima) campeggiavano già  in bella mostra come possibile evoluzione dell'industria del movimento immagini di automobili a trazione elettrica.

La nostra stessa FIAT, in enorme anticipo sui tempi presentò un modello sperimentale nel 1976

Oggi la questione auto elettriche è sicuramente nel vivo del discorso.

L'americano Elon Musk (uno degli uomini adesso più ricchi del mondo) dopo l'invenzione di Paypal, ne ha fatto diventare una delle sue missioni imprenditoriali con il finanziamento della Tesla, al momento la più importante e specializzata azienda di produzione automobili elettriche del mondo.

Ma non c'è solo la Tesla ora a vendere auto elettriche. In realtà tutte le grandi industrie si sono orientate verso questo mercato, che a livello di accettazione popolare è in uno dei suoi momenti migliori.

Le persone adesso accettano l'auto elettrica e ne sostengono la diffusione. Persone e istituzioni. La tecnologia si è evoluta e le auto elettriche non sono più scherzi di design di qualche inventore semifolle ma si presentano belle e funzionali.

C'è sempre il problema della limitazione dell'autonomia ovvero di quanti chilometri possa percorrere un'auto elettrica prima di rimanere ferma a ricaricarsi. Principale problema che fino ad adesso ne ha ridotto la diffusione e successo.

In questo senso si stanno facendo passi da gigante. Le autonomie sono aumentate e aumentano continuamente, le prestazioni sono eccellenti e l'aspetto delle auto elettriche è indistinguibile dalle auto mosse a combustile fossile.

In particolare si è ovviamente all'uso totale delle batterie (che si scaricano e quindi vanno ricaricate), con il meccanismo dell'IBRIDO. Che al momento va per la maggiore ed è il sistema che incontra il maggior gradimento e che, probabilmente, è anche il sistema che assicura le migliori prestazioni e funzionalità.

L'ibrido, come dice il nome, non è nient'altro che la presenza su un'auto sia della possibilità  di usare la trazione elettrica che la possibilità di usare la trazione con un motore funzionante a benzina o gasolio.
In genere, in un'auto ibrida, il motore funziona a energia elettrica a basse velocità (sotto i 50/60 km all'ora in genere) per spostarsi sull'uso della benzina/gasolio quando l'auto aumenta di velocità. Con possibilità di intervento manuale e di scelta da parte del guidatore.

Ma la grande trovata del sistema ibrido è il fatto che l'uso del motore a benzina/gasolio ricarica le batterie del settore elettrico. Portando l'auto di fatto a non avere mai necessità di essere ricaricata.

Ora.... quale è la domanda che ci facciamo?

Tralasciando eventuali altri vantaggi (le auto elettriche sono silenziose e scattanti, fanno figo, etc...), la vera domanda è: MA LE AUTO ELETTRICHE SONO DAVVERO UNA SOLUZIONE FAVOREVOLE PER L'AMBIENTE?

Anche perchè questo è sempre stato il cavallo di battaglia e il motivo principale del loro successo (per ora almeno a livello di preferenza....).

Da sempre quindi si pubblicizza (da parte anche di esperti, testimonial, personaggi pubblici e istituzioni) l'uso dell'auto elettrica perchè questo porterebbe a minori emissioni inquinanti nell'ambiente con beneficio della salute delle città e dei suoi abitanti.
Ma è proprio così? Per alcuni no!

Ora, io non sono contro l'auto elettrica. E penso che con il progredire della tecnologia si possa sicuramente andare incontro all'uso di auto e altri macchinari con minore impatto da un punto di vista ambientale. Penso, addirittura, che prima o poi l'uomo troverà una nuove fonte di energia. Che magari sarà rivoluzionaria e a impatto zero sull'ambiente. O quasi. Nutro troppa fiducia nell'Uomo per non credere che possa succedere.

Io non sono contro l'auto elettrica. Però mi piace di più interrogarmi sulle cose e non cadere in un facile schema di pensiero appiattito. In cui credere a tutto ciò che ci viene detto. O più spesso, neanche detto, ma solo lasciato credere.

Sentendo alcune campane dissonanti, sembrerebbe che, AL MOMENTO, le auto elettriche non siano così green, così ambientali come appare a prima vista.

E' vero, emettono meno inquinanti in se e per se ma in un calcolo generale (comprendendo tutto il sistema industriale per produrle e il sistema industriale per produrre l'energia elettrica) occorre andarci molto cauti.

In alcuni casi e in alcuni paesi (la cui produzione di energia elettrica si basasse su una percentuale molto alta di uso di combustili fossili) le auto elettriche sarebbero si meno inquinanti ma userebbero energia in gran quantità prodotta da inquinanti. E il bilancio non sarebbe positivo. Questo il concetto di base.

Ora, preciso, io non sono un ingegnere meccanico nè ho il tempo/voglia di stare a esaminare quanto i vari studi pro e contro siano o meno validi e fondati. Mi piaceva solo sollevare la questione e ricordare che in OGNI caso occorre sempre mantenere un atteggiamento critico e non fideistico verso tutto ciò che ci viene proposto.

Alla prossima.

lunedì 1 febbraio 2021

Il TAR indaga sulle motivazioni della zona arancione alla Sardegna. Non siamo solo noi a vedere l'errore.

Arancione?

Giallo?

Si fa un gran parlare di questi due colori in questi giorni e in questa festa cromatica ci stiamo perdendo un pò.

Sollevo il solito problema. Quando un cittadino sbaglia ( un disabile a Macerata entra in un bar e si trattiene qualche minuto in più per il freddo e riceve una multa da 400 €, leggi la notizia ) viene crocifisso e nessuna attenuante viene accettata.

Quando a sbagliare è UNA ISTITUZIONE (nome generico dato ad una struttura sovrapersonale come un governo, ente pubblico, parapubblico, associazione, sindacato, grande azienda, multinazionale), non si trova mai qualcuno che sia responsabile della cosa e le attenuanti sono all'ordine del giorno. Se anche non ci fossero, vengono inventate.

Sulla storia della Sardegna in zona arancione per 2 settimane mentre il resto dell'Italia è in zona gialla chi ha sbagliato? Non si sa.

Sulla storia della Sardegna in zona arancione per 2 settimane mentre il resto dell'Italia è in zona gialla perchè si è sbagliato? Quali dati sono stati valutati male e perchè? Non si sa.

Sembrerebbe una polemica da cena fra amici, da bar o da post polemico su un qualsiasi social. Ma non è così. Al punto che lo stesso Tribunale Amministrativo Regionale (entità amministrativa che vigila sui provvedimenti amministrativi di entità statali) ha avviato una serie di accertamenti presso il ministero per comprendere cosa sia successo.

Il che mostra chiaramente che non è solo una sensazione che qualcosa sia andato terribilmente storto. Sulla pelle dei sardi e, soprattutto, dei suoi esercenti commerciali e titolari di attività di ristorazione e bar.

D'altronde come ci si può capacitare che abbia un senso logico trovarsi con una etichetta peggiore (zona arancione) rispetto alle settimane e mesi passati con numeri relativi al contagio covid migliori.

Certo, non viviamo in una situazione di COVID-FREE e quando anche solo 1 persona muore per questo virus, c'è sempre rammarico ma è evidente che i numeri (comunque sempre molto bassi) fossero in miglioramento.

Per di più, questa settimana, la beffa.... Ovvero guardi la cartina delle regione e vedi che quasi tutte sono in zona gialla e solo 5 in zona arancione tra cui la nostra Sardegna. Quindi regioni con numeri decisamente spaventosi riguardo alla pandemia come Lombardia, Piemonte, Veneto o Emilia-Romagna (tanto per citarne alcune) sono in zona gialla e la Sardegna in zona arancione.

Inno alla logica.

Sicuramente un pasticcio burocratico, come spesso questo nostro potenziale splendido paese ci ha abituato ad assistere.

La realtà è che il sospetto che siamo molti e molti e molti i pasticci burocratici commessi da varie parti di questa macchina statale (includiamo in questo concetto governo, parlamento, regioni, comuni, ASL, partiti, comitati vari e via dicendo) in questo ultimo anno. E che gran parte dei disastri commessi siano da imputare alla risposta (spesso ritardata, non poche volte pessima) delle istituzioni e di chi era preposto a decidere e agire.

Il numero dei morti è incredibilmente alto. Se tutti quei morti sono effettivamente morti a causa delle conseguenze del contagio COVID, è veramente un disastro. Io non sono sicuro che le cifre siano corrette ma penso che comunque siano abbastanza significative da essere comunque prese per varie riflessioni.

Il problema, continuo a dirlo, qui non è ZONA GIALLA o ARANCIONE. Ma la gestione stessa della malattia quando questa si manifesta. E, al limite, nei provvedimenti da prendere per impedire che questo virus arrivasse in primo luogo nelle nostre terre.

Cito, ma solo per chiudere questo post, un fatto.

A maggio la nostra isola era fondamentalmente "covid-free" ovvero non aveva quasi presenza di contagio. Il governo regionale propose una linea dura di ingresso nell'isola, forte della possibilità di un controllo ferreo in porti e aeroporti (le quasi uniche porte di ingresso per la Sardegna, escludendo praticamente solo i diportisti). Si parlò di passaporto sanitario: nessuno poteva entrare a meno che non facesse un test o tampone e stesse in quarantena preventiva.

Si gridò allo scandalo, alla discriminazione, all'assalto ai valori come la libertà di circolazione e altre storie simili. 

Mesi dopo, vari stati che hanno adottato in modo perentorio questo livello di controllo alle frontiere (Australia, Nuova Zelanda ma anche Cina e altri stati) vivono una situazione generale abbastanza buona in merito a numero di contagi e di morti.
La stessa Unione Europea, inoltre, avanza la fondata ipotesi che per muoversi fra i paesi europei sia obbligatorio fare tamponi prima della partenza e addirittura che sia concesso viaggiare solo a chi ha fatto il vaccino (ora che c'è).

Il tutto in barba ai succitati diritti di libera circolazione delle persone.
Come al solito due pesi e due misure.

Io non so se chiudere le frontiere sarde a maggio in modo serrato fosse la soluzione migliore. Sicuramente avrebbe avuto contraccolpi da un punto di vista di ritorno economico per via del turismo. Ma anche questo non è certo, visto che sarebbe dipeso molto da COME si sarebbe gestita la campagna di Pubbliche Relazioni sul fatto.

Rimane sempre che la rabbia monta perchè una istituzione non viene punita con la stessa proporzione di un normale cittadino quando questa sbaglia.

Quanto dovremmo aspettare affinchè ci sia questo tipo di equità sociale?

Alla prossima.


mercoledì 27 gennaio 2021

Che bello che è cambiare colore

E' giusto! E' alla moda!

Cambiare colore rende la persona più interessante e da movimento alla vita. Oggi di questo colore, domani di un altro colore. All'improvviso, con sorpresa.

Tuo marito torna a casa lasciandoti rossa e ti trova bionda.

Apri il frigo e ti ricordavi di aver lasciato una Ichnusa e ci trovi una Murphys o una McFarland.

Corretto.
Ma è lo stesso per il cambio colore delle regioni?

Una settimana fa, da più parti si erano sollevati non pochi dubbi riguardo questo meccanismo di assegnazione dei colori che equivale, in sostanza, all'applicazione di norme più o meno restrittive a contenimento della diffusione dell'ormai famigerato virus Covid19 (che non ha più bisogno di presentazioni).
Tutto molto giusto, ci mancherebbe. Se non fosse che ci sono sia dubbi sull'efficacia di queste restrizioni (fatte, diciamocelo pure, in latino ad cazzum) e molti dubbi sui criteri con cui una regione o un territorio sia messo più o meno peggio di un altro.

Essendo sardo, l'attenzione cade sulla mia terra ma il ragionamento si potrebbe ripetere pari pari anche per altre regioni.

Vediamo un pò. Sabato 23 gennaio la Sardegna diventa "arancione" a causa della valutazione dei parametri pandemici. E quali sono questi parametri? Sulle prime si parlava di una semplificazione dell'assegnazione dei colori basata unicamente sull'incidenza dei contagi sulla popolazione. Tot contagi in percentuale e via al cambio dei colori. Mentre allo stato di fatto la decisione viene presa valutando (si ma come? con quali pesi e proporzioni?) ben 21 parametri di cui 16 obbligatori e 5 opzionali (per chi? e in che modo?). Per chi volesse approfondire può ad esempio leggere qui.

L'altro giorno leggo che Sileri, sottosegretario al ministero della salute, dice:

Ieri leggo ancora che si intravede la possibilità che alcune regioni possano questo fine settimana, in base alla valutazione dei parametri famosi, cambiare colore. E si prospetta, in modo inaspettato, che alcune possano addirittura finire in zona BIANCA, che sarebbe una zona senza alcun tipo di restrizione (anche se sempre con mascherine e distanziamento sociale). E, ma guarda un pò, una delle candidate sarebbe chi? Ma si, proprio la Sardegna per una situazione di diffusione pandemica sostanzialmente buona.

?!?!?!?!?

Non ho capito! In una settimana da gialli siamo diventati arancioni ma nello stesso tempo, visto il miglioramento dei parametri, potremmo finire in zona bianca ma non possiamo farlo perchè se finisci in arancione ci devi rimanere almeno 2 settimana per regolamento (e senza passare dal via e ritirare la tua paghetta).

Ho capito, siamo su SCHERZI A PARTE! Non c'è altra spiegazione.

Io non ho nient'altro da dire. Continuo ad avere il sospetto di essere guidato da bambini che giocano con giocattoli più grandi di loro. E guardando come vanno le cose nel resto del pianeta mi sembra proprio che i nostri leader (scienziati, politici, capi di governo e via dicendo) non siano proprio all'altezza di ciò che serve all'UOMO per sopravvivere.

Alla prossima.

lunedì 25 gennaio 2021

La Sardegna in zona arancione è un grande errore. Ma non è questo il punto....

Da quando è iniziata questa storia del covid19 (è già un anno, ci rendiamo conto?...) non sono mai stato particolarmente propenso a parlare dell'argomento.

L'ho fatto, come tutti, con amici e parenti. A tavola, in un saluto fuggevole.

Ma mi sono reso conto che discutere del covid19 e di tutto ciò che ci ruota intorno così... iniziando da un punto qualsiasi e finendo chissà dove fosse solo un ennesimo contributo all'aumento di CONFUSIONE.

Questa società, anzi... questa cultura è fondamentalmente confusa.
Lo è a ragione veduta ovvero lo è perchè vi è una ragione consapevole per tutto ciò. Qualcuno che effettivamente vuole che ci sia confusione e che la confusione domini.

La confusione si crea scuotendo e attaccando quelli che sono i dati stabili di quella società.

Giusto, hai ragione. Una società deve progredire e quindi anche cambiare.

Ma cambiare non significa distruggere ciò che c'è per metterci il niente. Cambiare significa effettuare una evoluzione ordinata da un qualcosa ad un altro qualcosa. Ma stiamo divagando ed è meglio tornare al covid19.

Dicevo che sono stato abbastanza in silenzio su questo argomento. Non ho parlato delle perplessità dei numeri comunicati in questi ultimi 10 mesi, che spesso non erano coerenti statisticamente fra loro. Non ho parlato delle incongruenze fra l'andamento della pandemia fra i vari paesi. Non ho parlato delle scelte sbagliate di vari governi (tra cui il nostro) che hanno lasciato perplesso chi, come me, pensa che a capo di una nazione occorre mettere persone competenti.

Da tempo sono state fatte le varie zone: rosse, arancioni e gialle. Vivo in Sardegna. E sabato scopro di essere diventato zona arancione. Perchè? Boh. Parrebbe che ciò avvenga in base all'esame di 21 parametri (https://www.ilgiorno.it/cronaca/covid-21-parametri-zone-1.5927741) e quando questi peggiorano si retrocede di una categoria (da gialla a arancione, o da arancione a rossa).

Ma non è così. Perchè "Per ciascun valore sono ovviamente state stabilite soglie di allerta. Di questi 21 indicatori, 16 sono obbligatori mentre 5 sono opzionali."

Ma forse non è neppure così perchè i criteri dovrebbero essere cambiati (https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2021/01/09/speranza-misure-restrittive-arma-centrale-ancora-qualche-mese_9f189858-ff1c-46a2-b9a5-837aff63b1c3.html) - (https://www.ilpost.it/2021/01/14/parametri-colori-regioni-area-bianca/).

Sembrerebbe adesso che: "I colori delle regioni dipendono da tre macroaree: l’incidenza settimanale dei contagi da coronavirus ogni 100mila abitanti, i livelli di rischio e gli scenari." (cit. www.ilpost.it)

E quindi? Confusione. Ecco cosa. Voluta, non voluta? Non rispondo alla domanda in questo post. Ma pongo altre domande.

Vivo in Sardegna e vedo che nell'ultimo mese tutte le statistiche relative al contagio sono in discesa (https://statistichecoronavirus.it/coronavirus-italia/coronavirus-sardegna/) e sembrerebbe (non ho analizzato la cosa con esattezza ma sembrano esserci buone probabilità che sia veramente così) che ora in zona arancione la Sardegna abbia parametri migliori di quando era in zona gialla a dicembre.

Si può stare in silenzio e non protestare?

Qualcuno dirà che tutto ciò è fatto per tutelare la salute delle persone, per combattere la pandemia e che, alla fine, il disagio non è così grande proporzionato ai vantaggi.

CHi parla è qualcuno che fin da subito ha sempre osservato le prescrizioni e i protocolli di sicurezza. Ma credo SEMPRE che le regole esistano per un fine e mai solo per se stesse.

A che serve veramente la zona arancione se non a creare turbamento e creare profonde ferite sociali di chi lavora nei settori colpiti?

Veramente si pensa che i protocolli "arancioni" siano più efficaci dei protocolli "gialli"? Che sia li il problema?

O come ho letto, che siamo finiti in zona arancione perchè siamo indisciplinati e non rispettiamo le regole? Ma veramente si può credere ad una fandonia così?

E lo dice chi le regole le rispetta.

No. So solo che tolto lo spartito principale, i suonatori suonano ognuno per conto suo. La burocrazia, smarrito un senso logico superiore che la giustifichi, diventa auto-referente e prosegue da sola. I provvedimenti sono fatti a casaccio e sono tutti sfilacciati. Si cerca di accontentare qualcuno e di fare le cose con un "politicamente corretto" solo nelle parole e non nei fatti.

Perchè non si è deciso di tagliare di un 30-40% tutti gli stipendi di tutti i lavori del paese per solidarietà? Almeno tutti gli italiani avrebbero percepito emozionalmente nello stesso modo questo periodo di difficoltà e ci sarebbe stata maggiore empatia e coesione sociale.

Invece ci sono figli e figliastri. C'è chi piange dalla disperazione nel vedere anni di sacrifici (non solo economici ma anche di progetto) buttati al vento e chi viene toccato solo di striscio dai sacrifici. Così le attenzioni sono diverse. C'è chi pensa alla salute e chi alla sopravvivenza materiale.

E si creano tensioni. E si litiga. E si sprofonda emozionalmente, con tutto ciò che ne deriva.

Sarà un caso? Avviene così?

Onestamente non credo.


Alla prossima.

martedì 19 gennaio 2021

Perchè parliamo quasi unicamente degli argomenti che i talk show ci impongono?

Non so se sia solo una mia impressione o se veramente gli argomenti su cui la maggior parte (non arrivo a dire tutti) di noi discute a bassa voce o a gran voce sui social, davanti ad un caffè con i familiari, al bar con gli amici e via dicendo DERIVINO quasi unicamente dagli argomenti proposti da giornali, TG e talk show?

Occorrerebbe svolgere una ricerca numerica per averne una certezza ma l'impressione (dimmi se sei d'accordo) è che sempre più, l'orizzonte degli argomenti di discussione (e quindi di interesse) venga manipolato e indirizzo a piacimento.

Da chi? Non so. Non sono un complottista nè credo di avere sufficienti informazioni per sbilanciarmi in questo senso.

E' però facile osservare che sembra esserci una regia occulta dietro i meccanismi di informazioni globalizzata. Che usano adesso i social network come cassa di risonanza.

Se ci fai caso, per lungo tempo non senti parlare di uno specifico argomento o di un personaggio e poi, DI COLPO, quell'argomento e quel personaggio diventano un "topic" ovvero diventa un argomento di discussione che viene affrontato e sviscerato in tutte le salse.

Andando in edicola si scopre ci siano un sacco di quotidiani. Il comune senso ci direbbe che una pluralità di giornali equivalga ad una varietà di punti di vista e quindi di opinioni. Ma, di più, dovrebbe anche equivale ad una diversità di stimoli, di argomenti proposti, di problemi sollevati.

Non solo, quindi, tanti punti di vista su UNA COSA ma tanti punti di vista su TANTE COSE.

Ed invece se accendiamo una TV, apriamo un social o leggiamo i giornali, la sensazione (fondata) è che da tutte le parti si rigiri la stessa minestra. E poi, di colpo, quella minestra scompaia dalla vista per essere sostituita da una nuova minestra. Spesso totalmente slegata dalla prima. E così via di continuo.

Ciò che rimane è un senso di provvisorietà, un senso di disorientamento come di essere in balia al vento dentro una tempesta. Oggi mi colpisce questo e domani? Chissà.

Sembra manchi una progettazione informativa. Non sembra. Manca. Perchè non c'è la volontà di INFORMARE, che altro non significa che "dare una forma a ciò che ci circonda". C'è la volontà di bombardare la persona con una serie di dati e informazioni che però è impossibile organizzare in uno schema.

E' per questo motivo che un politico può OGGI dire "bianco", quando fino ad un paio di anni fa ha detto "nero". Oppure permettere a qualsiasi persona di cogliere le opportunità smentendo se stesso.

Questo fatto che sulla bocca delle persone ci sono argomenti creati a tavolino da altri (altri chi? Boh!) mi inquieta.

Ho amato e continuo ad amare i social e i nuovi strumenti che il web ci mette a disposizione perchè permettono di CREARE, di realizzare contenuti nuovi e proporre alle persone, a tutte, argomenti su cui riflettere.

Leggo con piacere i post di coloro che investigano su qualcosa, che si pongono domande su altro, che mi stimolano a guardare in una certa direzione.
Un post su un film che non sapevo esistesse, una considerazione su qualcosa a cui non avevo pensato, la condivisione di una emozione che non avevo conosciuto.

Qualcuno diceva che in un gruppo di persone elevate e sane di mente si tenda a parlare di IDEE. Mentre quando la persona peggiora, comincia a parlare di FATTI. E quando scende ancora di livello comincia a parlare prevalentemente di altre PERSONE. E alla fine solo di se stessa.

Non so. E' un argomento su cui riflettere.
Alla prossima.

venerdì 15 gennaio 2021

Perchè Renzi sta facendo cadere il governo?

Evitare di parlare di Renzi in questi giorni sarebbe come non parlare di Natale il 25 dicembre.

Assurdo e improponibile. Come lo stesso Renzi.

Al di là dei colori politici e delle proprie idee, sono sempre stato della convinzione che un politico debba avere un profilo etico e personale di uno spessore tale da potergli permettere di stare sotto le luci della ribalta sociale.

Non possiamo nascondere che essere una persona improponibile sta diventando sempre più consueto ed nel panorama politico italiano vi è più di una figura imbarazzante a prescindere dal partito che lo candida (citiamo un personaggio come Antonio Razzi solo per citarne uno).

Ma qui non siamo solo al livello di macchietta, non siamo al livello di avanspettacolo.
Siamo al supremo insulto per la dignità di un politico.

Onestamente da molto tempo seguo la politica con un certo distacco. Distacco che non è indifferenza, tutt'altro. Distacco che è sinonimo di osservare senza entrare troppo dentro a notizie, fatti e vicende la cui importanza è come quella di uno starnuto all'interno di una tempesta di vento. 
Fatti e vicende di importanza infima che diventano il centro dell'agone politico.

Al momento io non ho capito quale sia il problema di Renzi. O meglio, lo so. Non vi è alcun tipo di problema.
E' tutto un modo per sfruttare il momento e riacquisire popolarità.

Renzi è passato dall'essere l'uomo della rottamazione della vecchia politica ad essere primo ministro e anche leader del partito più strutturato e influente d'Italia. Il partito democratico potrà, in certi momenti, non avere la maggioranza dei voti ma continua ad essere l'unica forza politica attuale le cui radici affondano in un importante, strutturato e solido passato.
Il PD viene dal PCI che è diventato PDS che è diventato DS che è diventato PD.
E Renzi è stato il segretario di questo partito.
E' stato in un certo momento il politico più influente e importante d'Italia.

E poi, non lo sa neanche lui perchè, si è ritrovato fuori da tutto, a capo di un partitino insignificante (italia viva) con un 2-3% del favore del pubblico.
Poteva il nostro personaggio, dotato di un ego smisurato, rimanere così in disparte per lungo tempo? Ovviamente no.

Probabilmente le sue aspettative, quando è andato via dal PD erano altre. E ora, intravista la possibilità di essere l'ago della bilancia per il futuro del governo del paese, eccolo qui.

Presente nei meme sui social, sulle prime pagine di giornali e sui servizi dei tg.
Ma servirà questo a portare la popolarità di Renzi in alto?

Avrà valutato che la maggior parte dell'opinione pubblica è talmente arrabbiata con lui che lo metterebbe sotto con la macchina se da pedone lo vedesse attraversare la strada?
Io a pensar male faccio peccato ma penso di azzeccarci. A volte un personaggio politico può non piacere ma a quel personaggio non si può negare il riconoscimento di un fattore quale l'intelligenza e la furbizia.

Io non ho mai stimato nè seguito Renzi. Non mi è mai piaciuto. Ora ho la conferma che non è nè intelligente nè furbo.
Con grande danno per il paese.

Alla prossima.

martedì 12 gennaio 2021

Andar via da Whatsapp verso Signal o Telegram: vera difesa della nostra Privacy?

Si fa un gran parlare in queste ultime ore di piattaforme di scambio messaggistica. Per la verità tutto sembra ricollegarsi alle vicende di cambio presidenziale negli Stati Uniti e quindi, al ruolo dell'ormai ex presidente Donald Trump nella storia del bene contro il male.

Il bene rappresentato da (proprio) lui e tutti i suoi fedeli, compresi i funzionari governativi integerrimi che di nascosto operano in varie parti delle amministrazioni USA.
Il male rappresentato da una trasversale accolita di personaggi che vanno dai milionari e miliardari americani (e non solo), agli esponenti culturali della sinistra chic, alla lobby hollywoodiana di registi e attori ricchi e famosi e ad una schiera non precisata di altri funzionari ribelli e indipendenti al senso patriottico che si fa chiamare "Deep State", ovvero stato profondo.

Cosa c'entra tutto questo con whatsapp e compagnia cantante?

Parrebbe che whatsapp, nell'orbita di uno dei più importanti emissari del male, mister Zuckerberg, creatore e patron di Facebook, sia e possa essere uno degli strumenti di controllo nei confronti delle persone libere. E quindi da evitare come la peste.

A conferma di questo evento, si segnalano le nuove richieste di sottoscrizione di privacy e autorizzazioni che agli utenti di whatsapp stanno arrivando in questi giorni e che sembrerebbe debbano entrare in vigore a breve.

Le voci del web dicono: "Whatsapp non è sicuro, è controllato e serve per aumentare il controllo di ciò che diciamo, facciamo".

A questo punto che si fa? Il consiglio è la migrazione verso altri sistemi di messaggistica. 

Così alcuni hanno deciso di spostarsi sul sicuramente altrettanto famoso Telegram (vero concorrente di whatsapp) mentre i più sofisticati e attenti stanno erigendo a salvatore della patria il nuovo Signal.

Ora... io non sono un esperto tecnico di architettura informatica e non posso esprimere giudizi tecnici sulle qualità di queste piattaforme. Ma non credo sia questo il problema.

Per chi si vuol fare una idea, già da anni esistono rispettabili siti di telefonia, informatica o di programmazione che analizzano e dando delle recensioni sui pro e contro di tutti i software di messaggistica esistenti. Come giudizi vengono dati su altri programmi, videogiochi, elettrodomestici, giocattoli, creme e cibo.

Si chiamano "recensioni".

E le recensioni, da moltissimo tempo, stabilivano che, ad esempio Telegram ha delle funzionalità migliori rispetto a Whatsapp ed è sempre un passettino avanti come qualità e servizio. Non che whatsapp sia malvagio. Diciamocelo, funziona più che bene.

Ci permette di fare cose che solo 15 anni fa sembravano fantascienza. Chiamare in qualunque parte del mondo in videochiamata dal proprio cellulare a costo zero con qualità più che dignitosa? Ma di che parliamo.
Telegram è però più funzionale, più smart, più di qualità. E implementa (mette in atto) qualche accorgimento che Whatsapp non ha.

La differenza? Whatsapp è la chat che tutti hanno. Telegram è diffusa ma non tutti la hanno. Tutto qui.

E Signal? Signal è una piattaforma creata da un gruppo di sviluppatori tecnologici con il meccanismo dell Open Source, che è una filosofia informatica in cui crei qualcosa ma permetti che chiunque possa accedere al tuo programma e ai segreti di programmazione.

Secondo gli esperti Signal ha delle caratteristiche tecniche che la renderebbero, nei fatti, meno attaccabile da usi non consentiti e quindi con maggiore privacy.
E questo ci sta.
Ma questo è vero da anni. Non è una cosa di questi giorni. Signal si basa su un sistema che già da un punto di vista tecnico è stato concepito per essere più sicuro.

Ma poi, ragionandoci, cosa significa PIU' SICURO? Ed infatti è qui che casca l'asino.
Noi telefoniamo e le nostre conversazioni potrebbero essere ascoltate con pochissimo impegno e strumenti relativamente facili da procurarsi. E' illegale, ovvio. Ma si può fare. Facilmente.

Ma nessuno si pone il problema della sicurezza dello scambio di informazioni via telefono.

Whatsapp diventerebbe il modo in cui I POTERI FORTI entrano nel nostro cellulare e controllano ogni cosa che facciamo e monitorano tutti i nostri segreti.

La mia idea, per carità, è che questo in realtà già succede e non ne siamo consapevoli. Cioè la rete, l'informatica, l'automazione è già diventata talmente pervasiva da consentire questo. Quindi non so di che parliamo.

In realtà penso che il complottismo (parola assunta nella sua accezione peggiore) stia prendendo alla testa tutti. E la fuga da Whatsapp a Signal per sottrarsi al controllo mediatico di aziende più potenti di moltissimi stati (i grandi colossi del web e dell'informatica), mi sembra assomigli al bambino che non volendo mangiare i broccoli minaccia di non respirare finchè non gli verrà consentito di mangiare altro.

Una stupidaggine.

Si può passare ad un altro sistema per mille motivi. Io userei telegram al posto di whatsapp, ad esempio. Di whatsapp odio il fatto che non ci sia un meccanismo di cancellazione più rapida dei file che ti vengono inviati e alla fine ti seppelliscono il telefono. Ma telegram è meno diffuso di whatsapp. E quindi whatsapp mi è più utile per le cose che faccio, lavoro compreso.

Tutto qui.

E, tra l'altro, il nuovo aggiornamento privacy di Whatsapp, di fatto, non cambia niente rispetto a prima. Di sicuro non consente di entrare nel telefono e controllare quanti soldi hai in banca.

Se qualcuno, illegalmente, lo volesse fare, probabilmente potrebbe già ora. E senza Whatsapp oppure anche con Signal.
Il problema della privacy è veramente un grande problema. Andrebbe esaminato sia da un punto di vista pratico ma soprattutto filosofico.

Cosa significa veramente rispetto della privacy di un individuo? E dove è giusto concedere parte di questa privacy per un miglioramento della qualità della vita?

Se finisco in ospedale e ho un ferro nelle parti intime, non credo che nessuno griderebbe allo scandalo se infermieri e dottori violano la privacy della mia intimità per aiutarmi da un punto di vista medico. Esempio drastico ma efficace.

E' giuso riflettere sulla privacy. Ma dobbiamo farlo a 360°, perchè è qualcosa che ci riguarda tutti i giorni. Anzi riguarda la trama e l'ordito di questa società che stiamo costruendo. Dovremmo riflettere sulla progettazione del tutto e non ricorrere a mettere una pezza qui e la con l'idea che abbiamo difeso la nostra privacy.

Alla prossima.

domenica 10 gennaio 2021

Oggi, partendo dalla segnalazione di un film, comincio ad affrontare un tema molto scottante in questi ultimi anni e che, ritengo, sarà spesso un appuntamento costante sul blog.

Lo introduco con un concetto: Analfabetismo Funzionale.

Sentii parlare di questo concetto (incapacità di usare in modo efficace le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle situazioni della vita quotidiana; si traduce quindi in pratica nell'incapacità di comprendere, valutare e usare le informazioni incontrabili nell'attuale società) molti, molti anni fa. Molto prima che il termine entrasse nell'uso quotidiano.

Capii che era l'orizzonte verso cui, come società, eravamo destinati.

Essere colpiti, in modo più o meno esteso, più o meno grave, da forme di analfabetismo funzionale è uno dei fattori di declino della nostra cultura. Ovviamente le cose non capitano a caso e ci sono dei fondati e specifici motivi strutturali per cui l'analfabetismo funzionale è nato ed è in continuo aumento. Ne riparleremo.

Il film di cui sopra (Idiocracy del regista Mike Judge, anno 2006) è un film di nicchia. Sicuramente una commedia leggera e irriverente. Sul filone americano dei film comici assurdi e strampalati (sul genere Una pallottola spuntata o Hot Shots per intenderci).

E strampalato il film lo è.
Parla di 2 persone mediamente intelligenti che per errore vengono ibernati e si svegliano fra 500 anni in una società decadente in cui l'intelligenza è praticamente scomparsa e il pianeta è abitato da persone stupide e mediocri che usano la tecnologia ma non si chiedono mai come le cose funzionano e sono incapaci a risolvere i problemi.

Eppure il film suscita delle domande che al momento della sua uscita sembravano irrilevanti mentre ora cambiano prospettiva.

Siamo sicuri che le previsioni del film siano solo delle scemenze e delle esagerazioni?
Osservando la scena attuale, possiamo sicuramente dire che la nostra prospettiva (in soli 14 anni) è mutata davvero tanto.

Il mio consiglio è guardarvi il film. Strappa anche qualche risata. Non pensate di guardare un capolavoro come recitazione o come storia. Ma il tema che tocca e certi passaggi geniali (ad esempio come risolvere il problema della sterilità della campagne per la produzione di verdura e cibo) lo tramutano in un film cult. E probabilmente non solo in un film cult, ma in un passaggio culturale obbligatorio.

See you later.


sabato 9 gennaio 2021

Come far diventare un signor NESSUNO qualcuno.

Queste immagini hanno fatto il giro del mondo.

Le avrai viste anche tu immagino, visto che sono state "sparate" nella maggior parte dei canali di comunicazioni della rete informativa planetaria.

E come ormai il protocollo prevede, nasce subito il tam-tam su social e talkshow di chi dice una cosa, chi ne dice un'altra, chi commenta, chi dice la sua, chi chiosa, chi polemizza e chi cerca di spegnere le polemiche.

E' un pattern, un modello, un canovaccio talmente evidente che mi sembra molto strano non venga visto nella sua semplicità.

Abbiamo un altro signor NESSUNO che diventa qualcuno. E che attira l'attenzione. E di cui si parla. E di cui si continua a parlare. Qualcuno che, di colpo, diventa il centro dell'attenzione fino a quando lo stesso gioco non viene applicato ad un altro signor Nessuno che assurge a nuovo centro degli interessi dei media e della comunità.

Ora non è che sia interessante quanto questi personaggi siano o meno realmente importanti.

E' interessante capire perchè questo pattern viene messo in atto.

Questa è la vera domanda.

Potremmo stare infatti qui a parlare dell'assalto al congresso degli Stati Uniti di un branco di individui che definirli pittoreschi è il minimo. Potremmo stare a parlare se questo evento sia la massima dimostrazione dell'involuzione culturale di una nazione (USA) che altro non è che l'emblema con pregi e difetti dell'intero sistema cultural-politico dell'occidente mondiale. Oppure se questo assalto sia la prova che, al contrario, il sistema democratico per eccellenza (quello di George Washington, James Madison, Thomas Jefferson e Benjamin Franklin per citarne alcuni) è vivo e vegeto e lotta per il suo autoperpetuamento mentre travolge anche le soffocanti regole del buonismo politico del xxi secolo.

Ma ciò che mi colpisce è al momento quel pattern.

Quel buttarsi a peso morto da parte dei media sulla notizia in se e per se. Gli squali spesso sono stati usati per illustrare le azioni di banchieri e affaristi senza scrupoli che si gettano sui beni e le aziende del povero malcapitato in bancarotta o in difficoltà per farne brandelli.

Ritengo che invece coloro che si prestano a questo gioco informativo (tutt'altro che informativo) siano i veri squali. Qualcuno già gli chiama gli "squali dell'informazione". Io ho tutt'altri aggettivi.

Ma è un discorso che approfondiremo.

See you later.